discrasia
primavera, la farsa dell’amore trasforma i bisogni in sogni.
il mio demone e’ sempre qui, lo sento ansimare
silenzioso dietro la porta di casa. l’ho nutrito in
questo giorni ( gli basta poco, ombre e pezzetti
d’illusione), so che il suo mantello e’ come uno specchio
e temo di vederci riflessa una mia temuta immagine
ti ho invocato (quando? in un certo momento che non so ricordare) e sei venuto a me, demone:
hai disposto della mia anima conducendone i sogni ,
ma ora come una morsa mi sorridi
sabato sera in vacanza, pericolosamente stanziale sul divano. e’ bella la socialita’ ma
sognare ad occhi aperti resta sempre impagabile.
solitudo, beatidudo
sono in vacanza. da tanto aspettavo questo momento ed ora non mi va nulla fuorche’ dormire.
(E’ duro camminare fra la gente
E fare finta di non esser morto,
E raccontare il gioco travolgente
Delle passioni che non si e’ vissuto.
Â
Sondare dentro l’incubo notturno,
E riordinare il caos dei sentimenti,
Perche’ un barbaglio d’arte documenti
L’incendio disastroso della vita. a.b. 1910 )