il mio terzo millennio

Amato mio non temere,

non siamo sotto un incantesimo,

prendi le mie mani e intrecciale alle tue vene.

A questo Trattenuto non alzare gli argini,

era sceso nella risorgiva dei cuori,

straripato senza avvisare, non ci fu un letto,

un prato o un lago per accoglierlo,

tornò nelle tenebre consolanti

a smaltire la sua sbornia di pena.

Ora non puoi lasciarmi

non più

l’esercito dei nostri no è arreso prima della lotta,

in pensione a dissodare terra

come un fortunato oplita.

nella citta’ dove sono nata e cresciuta

c’e’ qualcuno

e piu’ di uno

che sta trattando la propria coscienza

come se fosse una merda

calpestata per sbaglio

e con estremo fastidio

per quattro anni

ho giocato sempre lo stesso numero:

non e’ mai uscito.