pace e amore
Il presidente dice Siamo in guerra
ma lui non verrà decapitato
(quindi la guerra e’ contro la nostra libertà, non certo contro la sua)
Si fa la guerra, sì, agli uomini liberi
Per la vostra sicurezza resterete senza diritti
per il bene di ? lavorare 12 ore die
in cambio del ticket restaurant
arbeit macht frei, non dimenticarlo mai
I nostri capi li abbiamo nutriti male,
si stanno mutando in padroni,
i soliti padroni con le fruste e i bastoni,
arrabbiati con la moltitudine
alla quale sottraggono vita
a stupidi padroni rispondono stupidi servischiavi
felici di esserlo, perciò restano tali
Cambieremo la Costituzione
perchè siamo in guerra, accettate le restrizioni
si baratta la dignità con la sopravvivenza
in questo grande lager per tutti che sta nascendo,
Europa,
in questa grande Europa
che si sta facendo lager per tutti
Ed ecco la magia (dietro le quinte)
Isi e presidenti si stringono le mani,
la strategia è comune
Beati agnelli, al sesto millennio e più
di sacrifici umani
Amato mio non temere,
non siamo sotto un incantesimo,
prendi le mie mani e intrecciale alle tue vene.
A questo Trattenuto non alzare gli argini,
era sceso nella risorgiva dei cuori,
straripato senza avvisare, non ci fu un letto,
un prato o un lago per accoglierlo,
tornò nelle tenebre consolanti
a smaltire la sua sbornia di pena.
Ora non puoi lasciarmi
non più
l’esercito dei nostri no è arreso prima della lotta,
in pensione a dissodare terra
come un fortunato oplita.
la fine del mondo
ciao amore mio!
ti ricordi quando son venuta a portarti via dal centro sociale?
e quella brutta volta dei biscotti?
e quando siam venute ad abitare qui, in collina?
hai perdonato tutto il mio malanimo verdo di te?
e mi perdoni che ti lascio a Serle nella terra gelata?
mi verrai a trovare di notte come a volte fanno gli altri miei tesori?
ciao fra’
SETTE SBIRRI SULLE SCALE
Davanti a uno schermo ascolto musica –
psychedelic furs, president gas –
scrivo, come tutte le notti –
quando sono solo a casa, provo a scrivere –
suona il campanello, sono le 3,21,
vado ad aprire la porta pensando …
chi cazz’è a ‘st’ora? apro la porta
e … chi mi trovo?
settesbirri
al volo penso, sarà l’adesivo
di indymedia che ho sul pandino … non è così
“C’è una festa a casa sua?”
sette sbirri sulle scale
chiedono se a casa mia c’è una festa
“Abbassa la musica …” –
la musica l’ho già spenta e io
sono solo a casa a scrivere
al computer i miei versi del cazzo
o della fica, se preferite … così, per
non essere tacciati di sessismo … –
ma, … tu senti della musica?”
“No!, scusa, ma …, c’hanno chiamato …”
sette sbirri sulle scale
imbarazzati davanti alla porta
di casa mia … a raccontarlo, non ci si crede
sì? … ma perché? … io sto scrivendo …
“e cosa scrive?”
“poesie? ma …, sto dando fastidio?”
“no no, … è che c’hanno chiamato”
“perché?… scusate se ho dato fastidio …
e buon-lavoro … ”
“scusi il disturbo … ”
“scusatemi voi!”
chiudo la porta vado alla finestra dico
“scusate se ho dato fastidio …”
“no … scusaci tu!”
due volanti vanno via …
è successo realmente,
stanotte,
‘mo! prima di ‘mo!
non sembra vero ma è successo …
sette sbirri sulle scale in fila,
davanti alla mia porta … perché?
perchéscrivevo –
suona il campanello e mi trovo
sette sbirri sulle scale che
non sanno nemmeno perché stanno lì –
rido di cuore –
da
CANZONI – PER UNA STANZA ABBANDONATA
adam smith non e’ morto
nell’eterna guerra dei ricchi contro i poveri perderemo
distruggendolo
l’intero nostro mondo.
prima sara’ la barbarie
e all’ingiustizia seguira’ il male